Voglio presentarvi, dopo averlo incontrato in una umida e fredda serata milanese, Mirko Pugliara in arte Franz Samsa.
Franz è un collagista italiano che nasce nel 1982 a Siracusa. Si è formato all’Accademia delle Belle Arti di Bologna per poi iniziare a dipingere nel 2002. Nel 2014 inizia ad usare la tecnica del collage, facendola diventare una sua cifra distintiva molto forte. Alla fine del 2015 entra a fare parte del collettivo italiano “Oltre Collage”. Nel 2016 ha esposto i suoi quadri alla mostra Internazionale “Collagism, a Survey of Contemporary Collage” organizzata da Kolaj Magazine, presso il museo canadese di Strathroy. Inoltre ha collaborato con i più grandi artisti di collage del momento come André Bergamin (Brasile), Martin Carri (Argentina), Fred Free (Usa), Bill Noir (Francia).
Ecco chi è Franz Samsa, buona lettura a tutti e tutte:
Come hai iniziato a creare con il collage, come hai conosciuto questa tecnica espressiva?
Avevo iniziato il mio percorso artistico in maniera totalmente differente facendo pittura su tela e acrilico dopo aver studiato all’Accademia di Bologna. Poi 3 anni fa ho iniziato con il collage avvicinandomici in maniera totalmente casuale vedendo i lavori di altri collage artisti. Il collage per me è stata la scelta di un mezzo espressivo più pratico e veloce come approccio, elaborando inizialmente su fotografia, sovrapponendo volti per poi sperimentare (conoscendo e frequentando di persona altri collage artisti italiani) altre forme di “fare” collage.
Cosa significa essere collage artista oggi?
Mi sento orgoglioso di essere Collage artista. Essere un collage artista oggi è una grande sfida e rappresenta anche un senso di appartenenza a qualcosa che sta divenendo grande con il passare del tempo grazie alla passione che ci mettiamo come artisti del collage. Sono orgoglioso di fare parte di questa realtà e di cosa facciamo e questo si nota anche nella mole di lavoro che porto avanti ogni giorno spinto dalla necessità e dalla voglia di esprimermi. Il collage è anche un mezzo terapeutico per me per scacciare demoni e difficoltà personali.
In genere, che impressione cerchi di suscitare in chi osserva i suoi collage?
Con i miei collage tento di scatenare diverse sensazioni. Cerco di rendere oggettivo il lavoro inserendo il meno possibile ciò che riguarda la mia vita. Molti miei lavori sono pregni di malinconia e frustrazione e sicuramente quello che voglio fare è spingere a immaginare nuovi mondi a chi li guarda.
La tua è un’arte fatta di “riciclo” delle immagini, ma come e dove scegli il materiale?
Il materiale lo scelgo in maniera casuale trovandolo in riviste vintage da cui estrapolo fotografie, le immagini poi le ridimensiono a seconda dell’utilizzo, anche con l’aiuto della tecnologia.
Quali sono le figure che ti ispirano dal punto di vista artistico?
La figura femminile con i suoi volti e corpi è quella che mi interessa di più mettere in risalto e sul quale mi piace lavorare, infatti Uso per il 90 % delle mie creazioni figure femminili e raramente utilizzo parti architettoniche e non uso mai elementi del mondo animale.
Come nascono i tuoi collage?
Recentemente ho iniziato ad avvicinarmi a una tecnica in cui utilizzo più media per creare. I miei collage hanno diverse fasi di preparazione, la prima è la progettazione, quindi viene la scelta dell’immagine che porta via la maggior parte del tempo di creazione. Successivamente inizio a elaborare il mio metodo espressivo assemblando le parti che mi interessano aggiungendo i clipping e dipingendo sopra il tutto.
In te che impressione suscitano i tuoi lavori?
Evito di guardare i miei lavori quando sono finiti, ci sono delle sensazioni scatenate a monte che con il finire del lavoro poi si dileguano e si esprimono in maniera naturale.
Il Premio o il riconoscimento che ti ha più gratificato qual è stato?
La Mostra Collettiva Internazionale in Canada e l’intervista per Pitti Discovery sono state un grosso riconoscimento personale che mi ha reso molto felice, ma anche le varie collaborazioni internazionali che porto avanti, anche l’incontro con Michale DeSutter e il Brooklin Collage Collective lo sono state. Il lavoro sul Social, il lavoro con le persone nei workshop e il rimando di chi incontro sulla mia strada sono di notevole impulso e gratificazione per quello che sto facendo.
Cosa ti piace e non ti piace di te e della tua arte?
Ciò che mi dà fastidio è che il collage non sia stato ancora riconosciuto ufficialmente dal mainstream come arte, e se dovessi dire ciò che non mi piace di me non finirei più di parlare, quindi passiamo a un’altra domanda (ride).
Progetti per il futuro?
Ho diversi progetti per il futuro sia come singolo che con il mio collettivo Oltre Collage, il prossimo mio personale è quello di “Fckn italian” con il collage artista Argentino Martin Carri, e poi ne ho uno in cantiere con il collage artista tedesco Stephan Gunnesch, ci saranno due worskhop uno a Bergamo e l’altro a Vigevano, la mostra collettiva con Walter Paganuzzi e Emidio Bernardone, Jonathan Tegelaars e Zeno Peduzzi a Salonicco e una mostra con Jonathan Tegelaars.
di Walter Paganuzzi